Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

L’eremo di Sant’Onofrio al Morrone 

Luogo di forte spiritualità, l’eremo di Sant’Onofrio al Morrone è incastonato alle pendici dell’omonima montagna, nei pressi di Sulmona. Intimamente connesso alla storia di Pietro da Morrone, diventato Papa nel 1294 con il nome di Celestino V, è classificato come monumento nazionale dal 1902. 

Il percorso per l’eremo, esposto a sud e poco ombreggiato, si inerpica su scalini rocciosi, accompagnato dall’abbraccio della natura che circonda l’intero complesso. Al termine della salita, si giunge al romitorio all’interno del quale il Santo vi si stabilì nel 1239. Quest’ultimo fece di questa grotta la sua dimora, adibita successivamente alla costruzione di una piccola chiesa. Quest’ultima, al suo interno, conserva alcuni affreschi medievali ed è rifinita da un soffitto ligneo quattrocentesco. Successivamente Pietro da Morrone, resosi conto dell’inadeguatezza del luogo per l’ascetismo, si sposta sulla Maiella, fondando l’eremo di Santo Spirito. 

L’eremo di Sant’Onofrio al Morrone si sviluppa su tre livelli: al piano terra si è accolti da un loggiato con soffitto ligneo ed affreschi risalenti al XV secolo; al primo piano si trova l’oratorio, ornato da affreschi raffiguranti la Crocifissione con Maria e San Giovanni ai piedi della croce. Incuriosisce una particolare immagine, purtroppo frammentaria,  del Cristo Triumphans, che oltre alla corona reca sul capo la tiara papale, proprio nella foggia inaugurata da Celestino V. Sempre sullo stesso piano è possibile osservare le celle di Pietro da Morrone e Roberto da Salle, suo discepolo. 

Nella parte più alta del sito, una terrazza panoramica consente un affaccio unico sulla valle Peligna. 

Sono molti i pellegrini che, ogni anno, giungono in questo luogo intriso di spiritualità, e sono altrettanti coloro che, immergendosi a pieno nell’esperienza celestiniana, si recano all’interno della grotta per strofinarsi contro la roccia per porre rimedio, come vuole la tradizione, dai dolori articolari.