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Il Forte Spagnolo: un capolavoro tra storia e architettura

Nel cuore del territorio aquilano, tra le imponenti vette dell’appennino, sorge il Forte Spagnolo, interamente abbracciato da un parco alberato, il parco del Castello, polmone verde della città.
Noto anche con l’appellativo di Castello Cinquecentesco, è stato progettato con l’idea di creare una fortezza in un punto strategico nella città di L’aquila, durante la dominazione spagnola del Cinquecento. La scelta della posizione, dominante sulla città, fu determinante per il ruolo che il forte avrebbe giocato nella difesa e nel controllo del territorio circostante.
Con l’avvento del Regno d’Italia, il complesso perse la sua importanza strategica, ma la sua rilevanza storica e cultuale rappresenta, ancora oggi, un punto cruciale nella narrazione del territorio aquilano.

Tracciando le radici storiche

Nel 1401, Ladislao I, re di Napoli, fece erigere una rocca nell’attuale sito del Castello Cinquecentesco e vi abbozzò la costruzione di una piccola fortezza. Collaudata con il nome di “Castellina” e completata nel 1530, appare come una modesta ma massiccia architettura bastionata, destinata ben presto a diventare una ben più maestosa fortezza.
Di fatto, nel 1532, il nuovo viceré del Regno di Napoli, Don Pedro di Toledo, predispose un impianto di fortificazioni rendendo più moderne e funzionali le strutture preesistenti.

Progettato da Pirro Luis Escriba da Valencia, architetto spagnolo, il forte vide la luce nel il 1535. Fu costruito nel corso di un grandioso progetto di rafforzamento militare del territorio avvenuto durante la dominazione spagnola in Italia meridionale: mai utilizzato per scopi bellici, fu adibito nel Seicento a residenza del governatore spagnolo, diventando alloggio per i soldati francesi nell’Ottocento e per i nazisti durante la Seconda guerra mondiale.
Nel dopoguerra, sventato il pericolo della trasformazione del Forte Spagnolo in carcere, venne restaurato nel 1951 dalla Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie d’Abruzzo e Molise, e divenne sede del Museo Nazionale d’Abruzzo e di numerose altre istituzioni quali la Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici Artistici e Storici per l’Abruzzo, l’Istituto Nazionale di Geofisica, la Società Aquilana dei Concerti Barattelli.

In seguito al terremoto del 2009, il Castello Cinquecentesco ha subito ingenti danni. Tra le regioni più colpite troviamo le mura esterne, le torri e alcune parti degli interni. Il forte riporta lesioni alle pareti, alle volte e alle fondamenta, con ampi crolli in alcune zone. Questi hanno reso la struttura inagibile e hanno richiesto interventi di restauro e consolidamento, non ancora conclusi, ma che lo hanno reso nuovamente accessibile al pubblico.

Un’immersione nell’architettura

Dichiarato nel 1902 monumento nazionale, il Forte Spagnolo si presenta a pianta quadrata, con i quattro angoli abbracciati da massicci bastioni dai profili affilati, con uno schema detto a punta di lancia, ognuno in direzione dei quattro punti cardinali. Il forte è circondato da un profondo e largo fossato, mai riempito d’acqua, un tempo attraversabile da un ponte parzialmente retraibile, distrutto nel 1883 e sostituito dall’attuale in pietra, tramite il quale si accede al portale di ingresso raffigurante lo stemma di Carlo V, re di Spagna.
Sormontato dal prezioso coronamento con l’aquila bicipite e fiancheggiato da lesene di ordine dorico, il solenne portale bianco è considerato un capolavoro unico nel suo genere.

A ricordo delle vicende che hanno portato alla costruzione del forte e al fine di dissuadere ogni tentativo futuro di ribellione, nella parte superiore campeggia l’iscrizione “AD REPRIMENDAM AUDACIAM AQUILANORUM”.

I quattro bastioni che abbracciano gli angoli del forte rappresentano la postazione primaria sia per l’offesa che per la difesa: furono costruiti in modo tale da sostenere e deviare le eventuali cannonate. Grazie al loro carattere mastodontico, erano in grado di resistere autonomamente alle incursioni nel caso il nemico fosse entrato nel corpo centrale.
Ogni lato dell’imponente costruzione è rivestita esternamente in travertino e abbraccia un cortile interno, anch’esso di pianta quadrata, circondato da un porticato a dopo ordine di lesene.

Un particolare fascino viene rivestito dai sotterai del castello, adibiti a strutture carcerarie ospitate nella fortezza sin dalla sua costruzione. Inoltre, le particolari condizioni climatiche di questi vani hanno consentito la mummificazione di centinaia di corpi inumati in una cappella, quattro dei quali sono tutt’ora conservati nei sotterranei del forte. 

Alla scoperta del Mammut

Nel cuore del Forte Spagnolo si cela un tesoro insolito: un’imponente struttura ossea di un mammut che cattura la curiosità e l’immaginazione di chiunque vi si avvicini.
Con la sua sagoma massiccia e le sue zanne poderose, evoca il mondo antico dei giganti pelosi che un tempo dominavano la Terra. La sua presenza nel contesto storico del Forte Spagnolo suggerisce un ponte tra passato e presente, tra la magnificenza dell’antichità e la fragilità dell’oggi.

Lo scheletro di Mammuthus meridionalis è uno dei più grandi e completi fossili di mammut di tutta Europa: il “Mammut del Castello”, così chiamato perché conservato nel bastione est del Castello Cinquecentesco, fu rinvenuto nel 1954 in una cava di argilla nei pressi di Madonna della Strada, vicino Scoppito (L’aquila).

Una volta effettuato il recupero dell’ossatura, gli studi evidenziarono che si trattava di un esemplare maschio di 55 anni con un segno particolare: aveva una sola zanna (probabilmente la seconda era stata precedentemente persa durante uno scontro con un suo simile).
Tramite l’allestimento di pannelli informativi e ad un video attraverso cui possiamo usufruire di una ricostruzione grafica del nostro grande proboscidato preistorico, possiamo scoprire dettagli e curiosità sulla vita di questo animale tanto lontano da noi quanto affascinante.
Ogni giorno, il mammut continua ad incantare e incuriosire coloro che lo incontrano, offrendo un momento di contemplazione e connessione con il passato.